Democrazia è tale nel momento in cui il cittadino, dal basso, ha la capacità e soprattutto il potere d'incidere sulle scelte politiche ed economiche. Quanti di coloro che disapprovano le scelte politiche del partito e dei candidati che hanno votato, hanno la possibilità e il potere di essere ascoltati, magari inducendo una sorta di resipiscenza nei propri eletti? E quanti di noi ci hanno provato e si sono scontrati contro un velo di ipocrisia, di superficialità o, semplicemente, di disinteresse da parte della politica e dei politicanti ?
Se la democrazia è compiuta, dovrebbe poter prevedere il pubblico ravvedimento di coloro che, votati, devono continuare a rispondere al cittadino, così come hanno promesso di fare prima di essere eletti. E se il ravvedimento non c'è, ci deve comunque essere quel rapporto dialogico che prevede il contatto e lo scambio verbale che unisce elettore ed eletto, e che è il simbolo della continuità della politica, aldilà del voto e della mera scelta di campo. Ci dev'essere quindi continuità, non rottura, sostanza e non forma, potenza e importanza di quella che è la massima espressione attraverso cui l'uomo ha deciso di organizzarsi e gestirsi : la politica.
Ma forse così non è da tempo e sarà difficile che ritorni ad esserlo. Perchè dal momento in cui la politica è stata contagiata e infettata da ciò che chiamiamo comunemente profitto, e che ha trasformato le USL in ASL, l'acqua pubblica in spa, le ferrovie, l'energia, e fra non molto la RAI, in società miste ( pubblico e privato ), ciò che era diritto è diventato variante del diritto, e ciò che era inviolabile è stato volgarmente violato. Gradualmente, goccia a goccia, con stratificazioni legalizzate, ciò che era diritto è diventato oggetto di scambio : ciò che ti spettava ora è soggetto a compravendita. Sta a noi, i non eletti, i rappresentati, fare in modo che torni ad essere diritto ciò che non lo è più. Cominciando, per esempio, a cacciare coloro che rappresentano se stessi, plagiati da un'elite dominante che li sceglie come consapevoli e volgari pupazzi di uno spettacolo su cui dovrebbe finalmente calare il sipario.